Don Chisciotte in Sierra Morena (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA II
 
 FERNANDO
 
 FERNANDO
 Voi le siate, o miei fidi, (Partono le guardie con Lucinda)
 custodia e scorta. Non è lieve impresa
460vincer donna ostinata.
 Pur non dispero. Alfine
 priva di libertà, sola ed inerme,
 che può sperar? Che non temer? Se sposa
 l’ottengo, o me beato!
465Ma Cardenio... Eh! Sua colpa
 è la mia infedeltà. Tutto a l’amico
 si può fidar, fuorché l’oggetto amato.
 Ma Dorotea?... Meschina!
 Mi fai qualche pietà. Pur ti consola
470con l’esempio di tante.
 O non si trova o a dito
 oggi si mostra un che sia fido amante.
 
    Fido amava un bell’oggetto;
 venne amore
475e un più bel me ne mostrò.
 
    Mi difesi, ebbi rimorso,
 chiamai fede in mio soccorso;
 ma costretto fu il mio core;
 e la fé ne sospirò.