Don Chisciotte in Sierra Morena (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA II
 
 CARDENIO, DON CHISCIOTTE e SANCIO
 
 CARDENIO
 Pur ti raggiunsi, o disleal Fernando. (Afferra Sancio)
 DON CHISCIOTTE
 Agli atti, ai panni, a le parole è un pazzo.
 SANCIO
 Soccorso, aimè!
 CARDENIO
                                Qui a brano a brano al suolo
 l’inique membra spargerò. Qui ’l core
35ti strapperò.
 SANCIO
                          Mi affoga il pazzo. Aita.
 DON CHISCIOTTE
 Il caso è strano assai. Penso. Ripenso.
 L’offesa è mia; ma l’offensore è pazzo.
 CARDENIO
 Tu già mordi il terren. Già ti calpesto.
 Or cibo agli avvoltoi, pasto a le belve
40rimanti in queste selve. (Cardenio lascia Sancio e passeggia pensoso)
 SANCIO
 Bell’amor di padrone!
 DON CHISCIOTTE
 Sancio, pazienza. I pazzi
 non fanno ingiuria; ed il pugnar con loro
 de la cavalleria non è decoro.
 CARDENIO
 
45   Bella Venere, a la tua fonte
 poso il fianco e tergo il fronte.
 
    Qui si calma a poco a poco
 il tumulto del mio core.
 Ma più sento il mio dolore.
 
 DON CHISCIOTTE
50Cavalier, che anche ad onta
 di que’ laceri panni a me tal sembri,
 me come amico in quest’amplesso accogli.
 E in tuo pro tal m’impiega a spada, a lancia.
 Io sono don Chisciotte de la Mancia.
 CARDENIO
55Don Chisciotte?
 DON CHISCIOTTE
                                Io quel sono.
 Tu il cavalier del bosco.
 SANCIO
 Io Sancio, il suo scudier.
 CARDENIO
                                               Non ti conosco. (A don Chisciotte)
 DON CHISCIOTTE
 Noto a te mi faranno
 l’opre, se mel concedi.
 CARDENIO
60Odia un mal disperato anche i rimedi.
 DON CHISCIOTTE
 Svelami i tuoi disastri.
 CARDENIO
 Cedo a tua gentilezza. Or qui t’assidi;
 ma pria di raccontar le mie sciagure,
 giurar tu dei di non troncarne il filo
65con dimande importune,
 altrimenti le tracce
 io smarrirei de la dolente istoria
 e questa perderei misera calma.
 DON CHISCIOTTE
 A te giuro silenzio e qui m’assido.
 SANCIO
70Anch’io l’ascolterò ma da lontano,
 che di stargli vicin più non mi fido.
 CARDENIO
 Il mio nome è Cardenio. Ebbi sul Beti
 natali illustri. Ne l’età che appena
 conosce amor, divenni
75de la bella Lucinda amato amante.
 Gli anni crebbero in noi, crebber gli affetti.
 Tutto già ci arridea, quando per legge
 paterna a me convenne
 da Lucinda partir. Mi chiese il duca
80Riccardo a la sua corte, ove mi diede
 per compagno a Fernando,
 suo minor figlio. In amistà ben tosto
 pari età, pari studio ambo ci strinse.
 De la bella e pudica
85Dorotea sua vassalla il prence ardea;
 e pegni del suo ardor, n’ebbe colei
 la fé di sposo e l’auree vesti e ’l sacro
 pronubo anello. Ei poi, pentito o tardi
 temendo il genitore,
90odiò il nodo inegual. Mosse furtivo
 di corte il piede. Io ne lodai la fuga,
 ne fui compagno, ai patri lari il trassi
 per riveder Lucinda. Ei pur la vide
 per opra mia, tanto fui sciocco, e amolla;
95e fin d’alor l’infame
 tela egli ordì del tradimento enorme.
 Avvenne un dì che la gentil Lucinda,
 a cui piacea de’ cavalieri erranti
 legger le strane gesta, a me richiese
100quelle del sì famoso
 Amadigi di Gaula...
 DON CHISCIOTTE
                                       Oh! Se cotanto
 gradiscono a Lucinda i libri egregi
 d’alta cavalleria,
 creder convien che sia
105di quante son nel mondo
 la più savia e gentil. L’altre sue lodi,
 in cosa a me sì conta e manifesta,
 risparmiar tu potevi e dir sol questa.
 CARDENIO
 Adesso, o temerario, adesso, adesso. (Tra sé e pensoso)
 DON CHISCIOTTE
110Del giurato silenzio
 ruppi le leggi. Or mi sovvien. Perdona.
 Segui, segui. T’ascolto.
 SANCIO
 Guardati ben. Torna a impazzir lo stolto.
 CARDENIO
 Fellon, mel niegherai? (S’alza con furia da sedere)
115Vile fu Madasima,
 benché in grado regal. Qui stan descritti
 del suo drudo e di lei gl’indegni amori. (Mostrando un libro di memorie)
 DON CHISCIOTTE
 Come? Vil Madasima? (S’alza ancora don Chisciotte)
 Rea la donna regal di amore indegno?
 CARDENIO
120Leggi, leggi e ’l saprai. (Porge il libro a don Chisciotte che lo getta)
 DON CHISCIOTTE
 Non fu né sarà mai. Qui suo campione,
 qual dee buon cavalier per ogni dama,
 ne difendo la fama. Ella è innocente;
 e chi l’accusa è un ignorante e mente.
 CARDENIO
125Una mentita a me? (Lo getta a terra disteso)
 DON CHISCIOTTE
                                       Sancio, soccorso.
 SANCIO
 Signor, pazienza. È troppo furibondo.
 CARDENIO
 De le dame al campion così rispondo. (Cardenio impedisce don Chisciotte che non può alzarsi)
 
    Là rimanti, o mostro infido.
 Non alzarti o qui t’uccido
130con gli strali del mio amor.
 
    Ah! Così potessi almeno
 veder morto in sul terreno
 del mio core il traditor.