Sirita, Venezia, Pasquali, 1744

 LICENZA
 
 Qual dal Baltico algente
 me su l’Istro richiama
 di più illustre imeneo tromba festiva.
1530Due gran nomi immortali
 suonano all’alta intorno augusta reggia.
 Terra e cielo n’echeggia
 e di luce miglior si veste il giorno.
 O dell’austriaco sangue,
1535ch’è di lode e valor fonte perenne,
 glorioso germoglio!
 O tu di augusti figlia e tu nipote,
 di beltà, di virtude anima adorna,
 tal sei che, senza ancora
1540il favor di fortuna, in cui nascesti,
 del tuo sposo real degna saresti.
 Ma a te, del gran monarca,
 cui diè un regno natura, uno virtude,
 eccelsa unica prole,
1545che dir potrò? Sposo a lei vieni. Questo
 il sommo di que’ fregi e di que’ beni,
 che a tua sorte e grandezza il ciel concesse,
 saria; ma per tua gloria
 ve n’ha ancora un maggior; cesar ti elesse;
1550cesare, in cui la mente è assai più vasta
 dell’impero che regge,
 te elesse a tant’onor, te stimò degno,
 cui confidasse un tanto
 del suo amor nobil pegno. Or di sua scelta
1555vanne altero e giocondo;
 ciò che cesare elegge, approva il mondo.
 
    Ciel, terra, aria ed onda
 non altro risponda
 che al vostro bel nodo
1560amor, gioia e pace.
 
    Godete. Regnate.
 Felici in voi siate
 e in figli e in nipoti;
 né penino i voti
1565di un zelo verace.
 
 CORO
 
    Degni sposi, illustri amanti,
 chi mai fia che onori e canti
 vostri pregi e vostri amori?
 
    Gloria e fama il più ne tace.
1570Troppo a noi parria mendace
 tutti in dire i vostri onori.