Sirita, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA ULTIMA
 
 SIVALDO e i suddetti
 
 SIVALDO
 Se minor della brama
 non è il piacer, quando un gran ben si ottiene,
1510da quel desio che sì mi accese, o figlia,
 di vederti congiunta a illustre sposo,
 pensar puoi la mia gioia;
 e tanto ella è più grande,
 quanto quel ti scegliesti
1515splendor del regno nostro eccelso eroe.
 Coppia illustre di amor, vi abbraccio e stringo.
 E tu, cui tanta deggio
 felicità, o Romilda,
 tal ne attendi mercede,
1520qual può darti un re amante. Hai la mia fede.
 
 CORO
 
    Degni sposi, illustri amanti,
 chi mai fia che onori e canti
 vostri pregi e vostri amori?
 
    Gloria e fama il più ne tace;
1525troppo a noi parria mendace
 tutti in dire i vostri onori.
 
 Il fine della «Sirita»