Sirita, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XII
 
 ALINDA, IROLDO e i suddetti
 
 IROLDO
 Vien più lieta a incontrar la tua fortuna (Piano ad Alinda)
 che l’estinte speranze in me ravviva.
 ALINDA
 Si trovano i naufragi anche nel porto. (Piano ad Iroldo)
1430Mira il mio scoglio. (Mostrandogli Sirita)
 SIRITA
                                       Alinda,
 hai rossor, me ne avveggo,
 di esserti meco infinta
 di amor nimica. Io ti credea più forte;
 ma perdono al tuo inganno
1435e ministra qui vengo a’ tuoi sponsali.
 ALINDA
 Di marital legame
 non è amor che m’invogli.
 Per liberarti da importuno amante
 feci forza a me stessa.
 SIRITA
1440Piacemi tua pietà. Ma che si tarda?
 Sta sul finir la face. Al nodo, al nodo. (A Romilda)
 ROMILDA
 Alle danze, alle danze. Ai canti, ai canti. (Escono altri popoli festeggianti, in abito di varie nazioni)
 CORO
 
    Non si stenda a un popol solo
 il piacer che l’alme inonda.
 
1445   Gloria e amor da polo a polo
 e lo porti e lo diffonda.
 
 DUE DEL CORO
 
    In applauso a sì bel nodo
 stuolo vien dal Tebro invitto.
 
 DUE ALTRI
 
    Asia dice: «Anch’io ne godo»;
1450«Ed anch’io» l’adusto Egitto.
 
 SIRITA
 Poco resta alla fiamma (A Romilda)
 e di ardore e di vita. Al nodo, al nodo.
 ROMILDA
 Alle danze, alle danze. Ai canti, ai canti. (Accompagnando il ballo)
 CORO
 
    Coppia diletta,
1455a voi propizio arrida
 dolce imeneo,
 soave amor.
 
 IROLDO e ROMILDA A DUE
 
    Né stanchi i vostri cori
 né sturbi i vostri ardori
1460lungo piacere,
 freddo timor.
 
 CORO
 
    Fiamma sì bella e chiara
 sempre vi sia più cara
 né la consumi
1465tempo o rancor.
 
 DUE DEL CORO
 
    Serva a costante affetto
 di mantice il diletto
 e sia più fido
 contento cor.
 
 SIRITA
1470Già su l’estreme dita
 la facella divampa. E ancor si tarda?
 Dolor non mi permette il sostenerla,
 non costanza il lasciarla.
 Ah, Romilda, Romilda!
 OTTARO
                                             In suo soccorso (Piano a Romilda)
1475vado...
 ROMILDA
                Fermati e attendi. (Piano ad Ottaro)
 SIRITA
                                                   Arde la destra,
 se non getto la face;
 e se la getto, ogni mia gloria è spenta.
 Romilda... Amiche... Ah, s’io non mi ho pietade,
 altrui la chieggo invano. (Sta alquanto pensosa)
1480Purché splenda mia gloria, arda la mano.
 ROMILDA
 (O protervia!)
 IROLDO
                             (O costanza!)
 OTTARO
                                                        (Io con lei peno).
 ALINDA
 (Palpita l’alma in seno).
 SIRITA
 E in sì grave mio affanno
 Ottaro non mi aita?
1485Ottaro già in amarmi a me sì fido?
 Ah, ch’egli fiso pende
 dal sembiante di Alinda e non mi osserva.
 Più all’ardor non resisto
 e meno a gelosia. (Alzando gli occhi s’incontra in quelli di Ottaro che mai non la lasciava di vista e, appressandosele velocemente, le getta di mano la facella)
 OTTARO
1490A me giunse quel guardo e tu sei mia. (Sirita abbassa gli occhi e sta alquanto pensosa)
 ALINDA, IROLDO A DUE
 (Guardo per me funesto!)
 ROMILDA
                                                  Ottaro, hai vinto.
 SIRITA
 Hai vinto, sì; son tua. Pria del mio sguardo
 a te corse il mio core,
 dovuto alla tua fede, al tuo valore.
1495Non le nozze di Alinda e della destra
 l’ardor non ti rinfaccio. Io ben conobbi
 l’arti d’industre amor; ma ceder tosto
 non era gloria mia. Penai con lode
 e insieme vendicai frode con frode. (Verso Alinda)
 OTTARO
1500Cari soavi accenti!
 ALINDA
                                     (Oh, la rubella,
 la nimica di amor come favella!)
 OTTARO
 
    Sei pur mia, tanto più caro...
 
 SIRITA
 
 Sì, son tua, tanto più caro...
 
 A DUE
 
 Quanto più penai per te.
 
1505   Non mi unisce a te consorte
 altrui legge o cieca sorte
 ma virtude, amore e fé.