Sirita, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 ROMILDA, coro di popoli festeggianti, OTTARO, poi SIRITA nobilmente vestita, seguita da’ paggi di Ottaro, uno de’ quali sostiene una fiaccola accesa
 
 ROMILDA
 Sul labbro di regnante,
 che dolce incanto è amore!
 Ma della lieta turba odo i concenti.
 
 CORO
 
    Alto Imeneo,
1405nume fecondo,
 piacer dell’alme,
 alma del mondo,
 a noi discendi.
 
 DUE DEL CORO
 
    A noi discendi,
1410fratel di Amore,
 e del giocondo
 tuo puro ardore
 due cori accendi.
 
 SIRITA
 Eccomi a te, Romilda,
1415placida, lieta e d’oro adorna e d’ostro.
 Ecco l’ardente face. Ecco l’afferro (Prendendola dalle mani di un paggio)
 intrepida e la tratto.
 ROMILDA
                                        Io t’ho pietade.
 SIRITA
 Di’ che la mia fermezza a te dà pena.
 ROMILDA
 Non far che di sua frode Alinda esulti.
 SIRITA
1420Sua frode non mi nuoce e non m’irrita.
 ROMILDA
 Tardo pentirsi non ripara il danno.
 SIRITA
 Quando io chiegga pietà, tu me le nega.
 ROMILDA e OTTARO A DUE
 Ecco Alinda. Ecco Alinda.
 SIRITA
 La sposa avventurata.
 ROMILDA
1425(Comincio a paventar...)
 OTTARO
 (Ritorno a disperar...)
 A DUE
                                           (Troppo è ostinata).