Il Narciso, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA III
 
 ECO e LESBINO
 
 ECO
 
    Dov’è Narciso?
 Dov’è il mio amante?
 Ditel pietose,
 aure vezzose,
980fiorite piante.
 
 LESBINO
 Con qual coraggio, o ninfa,
 dirti potrò: «Narciso è morto»?
 ECO
                                                            È morto?
 Morto dunque è Narciso? E il cielo iniquo
 perire in quel bel viso
985lasciò della sua man l’opra più vaga?
 Ma dove son l’ossa adorate? E dove
 quel bellissimo volto? A me sol tocca
 l’ultimo onor del rogo.
 LESBINO
                                           Eccolo, o bella,
 cangiato in fior dalla pietà de’ numi.
990E dalle sponde istesse, ond’ei già cade,
 poiché in fiore rinacque,
 torna sé stesso a vagheggiar nell’acque.
 ECO
 O fior, che in te ritieni
 dell’antica beltà l’orme primiere,
995così mai non ti offenda
 turbine irato o incauto piè ti atterri,
 ne’ miei baci ricevi
 gli ultimi miei respiri. Oimè, perch’io
 tutta voce non sono
1000per dire i pregi tuoi, l’affanno mio?
 
    Or che morto è Narciso, (Si va cangiando in voce, ritirandosi fra gli alberi)
 in vita sì penosa, in tanto duolo,
 che più dimoro?... Moro.
 
    Sciogliersi miro
1005le membra languide;
 mancarmi sento
 il mio respiro... Spiro;
 e veggio solo
 l’aspetto orribile
1010del mio martoro.