Sirita, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA V
 
 SIRITA e li suddetti
 
 SIRITA
 
    Mille insidie mi tende amore
 per rapirmi la libertà.
 
    Metta in uso frode e valore,
 nobil merto, gentil beltà.
 
1175   Ma accortezza di traditore
 perde scherma contra onestà.
 
 ROMILDA
 Mostriam di non vederla. (Piano ad Ottaro)
 OTTARO
                                                  Ella ne osserva (Piano a Romilda)
 ne l’opposto cristallo.
 ROM
 SIRITA
 (Quella è Romilda; Ottaro è quegli). (A parte)
 OTTARO
                                                                     Oh! L’ombra
1180di me stesso foss’io, ch’or non avrei
 del guardo, ch’io sospiro, invidia a lei.
 ROMILDA
 Lascia di vaneggiar. (Piano ad Ottaro)
 SIRITA
                                        (Parlan fra loro). (A parte)
 ROMILDA
 No no, la tua costanza, (Alzando la voce)
 Ottaro, non si stanchi; e non sì tosto
1185perda fede il suo merto.
 Non ama chi non soffre.
 OTTARO
                                              Ah! Che soffrendo
 io già tanto vil fui, quant’ella ingraiusta.
 ROMILDA
 Segui; ma con più d’ira anima i detti. (Piano ad Ottaro)
 OTTARO
 Il mio amor la fa iniqua,
1190i benefizi ingrata; e quanto scorge
 più forte il suo dover, meno lo apprezza.
 SIRITA
 (Si duol de’ miei rigori). (A parte)
 OTTARO
 Al mio dir non si scuote. (Piano a Romilda)
 ROMILDA
 Non ti smarrir. Ma languido e dimesso (Piano ad Ottaro)
1195parla in te sdegno, come parla amore.
 OTTARO
 (L’ira del labbro è una bugia del core). (Da sé)
 ROMILDA
 Di che ti lagni? Al tuo valor diè lode
 e pietosa sospese...
 OTTARO
 Quale stima ha per me chi mi disprezza?
1200Qual pietà chi mi uccide?
 Tolga il ciel ch’io più voglia
 languir ne’ ceppi suoi. Fomenta i torti
 stupida sofferenza.
 Avrà fra poco la gentile Alinda,
1205ch’arde per me di puro amor sincero,
 avrà... sì... le mie nozze. (Ah! Non fia vero).
 SIRITA
 (Avrà sue nozze Alinda!) (Da sé)
 ROMILDA
                                                 Ah! Principessa, (Volgendosi e fingendo di averla solo allora veduta)
 mira qual per te langue
 il più fedel...
 SIRITA
                          Taci. Valore e gloria
1210desta quasi mi avean qualche speranza
 che potesse assai lunge
 da la turba minore alzarsi a volo
 Ottaro, a te germano.
 Mi deluse apparenza. Anch’egli rade
1215la bassa terra e sta di loto intriso asperso.
 Vada, vada e di Alinda
 affretti le nozze affretti. In me non resta omai
 altro senso per lui che di disprezzo
 e mi punge rossore
1220di dover la mia vita a un infedele.
 OTTARO
 Questo del tuo consiglio (Piano a Romilda)
 frutto acerbo raccolgo.
 ROMILDA
                                           O poco esperto! (Piano ad Ottaro)
 Leggi, leggi in quell’ira il suo dispetto.
 SIRITA
 (Alma, sii più tranquilla. (Da sé)
1225Anche l’ira nel forte è debolezza;
 e l’offesa non giunge a chi la sprezza).
 OTTARO
 Tanto farò. (Piano a Romilda) (Reggi mie voci, amore). (A parte)
 Fu mio primo e sol voto (Accostandosi a Sirita)
 viver tuo, morir tuo, crudel Sirita.
1230Quanto feci e soffersi, altro non abbia
 testimon che te stessa.
 Questa è l’ultima volta... (O dio! Romilda). (Piano a Romilda)
 L’ultima, sì, che ti favello. Io porto
 non un amor infido
1235ma un amor disperato a’ piè dell’ara,
 ove arderà la face
 di funesto imeneo. (Mi ascolta e tace). (Piano a Romilda)
 ROMILDA
 Sì bell’ira sostieni. (Piano ad Ottaro)
 SIRITA
 Vanne ad Alinda. Addio. Lasciami in pace.
 OTTARO
1240Spietata, addio puoi dirmi
 così tranquilla? Orsù, ti si compiaccia.
 Parto e quella ti resti
 pace che a te conviene. Teco la pena
 resti di tua fierezza. E qual E qual oggetto
1245troverai che non sia
 un rimprovero a te di sconoscenza?
 Il padre? Io lo sostenni.
 La reggia? Io la difesi. Il bosco? Anch’ivi
 e da morte e da insulto
1250ti salvò con periglio il braccio mio.
 Mal perduta mia fede! A te di lei
 duri eterno rimorso.
 A me di tua beltade
 resti perpetuo obblio,
1255per p non più rivederti, ingrata, addio.
 È deluso il mio sdegno. (Piano a Romilda)
 Disperato il mio amor. Mi ascolta e tace.
 SIRITA
 Vanne ad Alinda. Addio. Lasciami in pace.
 ROMILDA
 Parti e del resto a me la cura affida. (Piano ad Ottaro)
 OTTARO
 
1260   Addio, ingrata. (Fiero a Sirita) Non risponde. (A Romilda)
 Sì, ti lascio. (A Sirita) Non mi arresta. (A Romilda)
 Sì, per sempre ti abbandono. (A Sirita)
 E non trovo ancor pietà. (A Romilda)
 
    Sarò d’altra. In pace resta, (Fiero a Sirita)
1265se un’ingrata aver può pace.
 Fingo sdegno e l’ empia tace. (Piano a Romilda)
 (Ed amor languendo sta).