Sirita, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA II
 
 ROMILDA e
 OTTARO e ROMILDA
 
 ROMILDA
1010Ottaro a me sì mesto?
 OTTARO
                                           Ah! Se i miei casi...
 ROMILDA
 In disparte gl’intesi e da Sirita;
 [illeggibile] e tu disperi a torto. Amor sovente sorprende
 spesso in sembiante di pietade e stima.
 OTTARO
 Crudeltà non si pasce
1015di sole stragi. Paventò Sirita
 mia morte e l’impedì, non perché male
 ma perché a’ mali era riposo e fine.
 ROMILDA
 O per tuo duol troppo ingegnoso! Almeno
 tenta l’ultima sorte.
 OTTARO
1020Con quel rigido petto
 non giovò fede e gioverà dispetto?
 ROMILDA
 Anche Così un veleno è medicina a l’altro.
 OTTARO
 Amor nasce da amor. Da sdegni e torti,
 che sperar posso altro che sprezzi ed ire?
 ROMILDA
1025È naturale disio instinto
 non curar di quel ben, che si possiede,
 e seguir quel che fugge.
 Se a superba beltà doni il tuo core,
 par vile il don; se lo ripigli, alora
1030la perdita e ’l rancore
 fan conoscerne il prezzo
 e svegliarne la brama.
 OTTARO
 (Cieli). Ma che far deggio?
 ROMILDA
 Finger di non più amar la tua tiranna,
1035di aver volti gli affetti
 ad Alinda, che t’ama, e sparger voce
 di vicini imenei.
 OTTARO
                                  (Duro cimento!)
 Alinda ingannerò? De l’infelice
 farò al grado e a l’amor sì nero oltraggio?
 ROMILDA
1040No, ma presti a la trama anch’ella il voto.
 Tue nozze a lei prometti,
 purché Sirita non disciolga il laccio
 su l’aggrupparsi e te in suo sposo accetti.
 OTTARO
 E con periglio di restar delusa
1045vorrà assentirvi Alinda?
 ROMILDA
 Facile è lusingar chi già dispera.
 OTTARO
 Ma se Sirita non si scuote a l’onta,
 vuole onor, vuol dover ch’io sia di Alinda;
 e alor, Romilda... ah! ch’io sarei di morte.
 ROMILDA
1050Il troppo Soverchio antiveder non fa l’uom saggio
 ma irresoluto. A te sen viene Alinda.
 In disparte or mi traggo. Ardisci e spera.
 
    Credi a me. Beltà fiera e ritrosa,
 che niega seguita
1055fuggita poi prega.
 
    Tal pianta orgogliosa,
 non per soffio di zeffiro grato
 ma per impeto di euro sdegnato,
 si scuote e si piega.