Sirita, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA PRIMA
 
 SIVALDO, OTTARO, IROLDO, seguito di cavalieri danesi
 
 SIVALDO
 Principi, ho stabilito.
 Vedovo regnerò, sinché la figlia
 pieghi il rigido core,
 sinor di acciaio, e ad imeneo consenta.
 OTTARO
5E se l’alma ostinata
 si fa di onore irrevocabil legge
 non mai legarsi a marital servaggio,
 vuoi tu, signor, che resti
 di legittimo erede orfano il trono?
 SIVALDO
10Disperar non conviene,
 prima del tempo, e de’ lontani, incerti
 casi prendersi affanno.
 Giovane è ancor la figlia;
 e qual del sesso è l’uso,
15può ad un tratto cangiar voglia e pensiero.
 IROLDO
 Vagliati con Sirita
 esser padre e monarca.
 SIVALDO
 Violenti consigli amor non ode.
 Seco i preghi userò, che in nobil alma
20han più poter che le minacce e l’ire.
 Venga la figlia. Or voi
 traetevi in disparte. Ella d’ogni uomo
 fugge la vista, più che d’angue e mostro;
 e in me talvolta appena
25lascia cader, ma passaggero, un guardo.
 IROLDO
 A te il ciel sia propizio; (a Iroldo amore).
 OTTARO
 (Parlo a pro di Romilda e del mio core). (Si ritirano in disparte)
 SIVALDO
 Cor di re, cor di padre e cor di amante,
 di te si tratta. A quell’amor, che t’arde
30per la bella Romilda,
 frena il desio, tempra le fiamme e soffri.
 Austerità di figlia
 prima si espugni. Indi più chiare e belle
 per te accenda imeneo tede e facelle.
 
35   Core amante,
 ti consiglio a tolleranza
 con l’idea di un maggior bene.
 
    Imperfetto è quel diletto
 che non costa alla speranza
40un soffrir di molte lunghe pene.