Ifigenia in Aulide, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIX
 
 ULISSE e i suddetti
 
 ULISSE
 No, ti consola. Vive,
 vive tua figlia.
 CLITENNESTRA
                             Ulisse,
 è viva Ifigenia? Vive mia figlia?
 ULISSE
 Vive tua figlia. Ifigenia morendo,
1420placò la dea; l’aure ci rese amiche.
 CLITENNESTRA
 O sempre falso Ulisse! O sempre infausto!
 ULISSE
 Né più verace mai né mai fui nunzio
 di più lieti successi.
 Ifigenia morì. Vive tua figlia.
 CLITENNESTRA
1425Vive, il so, negli Elisi ombra infelice.
 ULISSE
 Spira quest’aure e veste
 di carni e d’ossa il bel corporeo velo
 e fia sposa ad Achille.
 CLITENNESTRA
 Ma come è viva e morta? Io non intendo.
 ULISSE
1430In Elisena è morta
 un’altra Ifigenia.
 TEUCRO
                                  Morta Elisena?
 Sacrifizio crudel! Teucro infelice! (Si parte verso il tempio)
 ARCADE
 Spesso il riso dell’un pianto è dell’altro.
 CLITENNESTRA
 Ma come?
 ULISSE
                      Odi prodigio e l’alma accheta.
1435Tutto fremea nel tempio. Achille e i Greci
 già stringevano il ferro,
 quand’ecco entra Elisena. Allor Calcante,
 che pria sembrava timoroso e incerto,
 prende novello aspetto; e pien del nume,
1440che l’agitava, in voce alta e tremenda
 gridò: «Fermate. Il cielo
 per mia bocca a voi parla. Un altro sangue
 d’Elena ei chiede e un’altra Ifigenia.
 Ella è presente. A lei
1445Elena è madre. Di segrete nozze
 l’ebbe da Teseo e Ifigenia chiamolla.
 Io ne fui testimonio. Io vidi allora
 ch’ella perir dovea, quando col nome
 d’Ifigenia fosse svelato a’ Greci
1450il suo fato e il suo sangue.
 Quindi, con altro nome, a tutti crebbe
 ed a sé stessa ignota. Or qui l’ha tratta
 il suo destino. Eccola, o Greci. Questa,
 questa è l’Ifigenia dal ciel richiesta».
 ARCADE
1455O strano caso!
 CLITENNESTRA
                             O maraviglia!
 ULISSE
                                                         Immoto
 resta ciascun; poi gli occhi
 corrono tutti ad Elisena. A terra
 ella tenendo i suoi, stavasi in atto
 pensoso, sì, ma pur composto e grave.
1460Le s’appressa Calcante;
 morte le annunzia e per condurla all’ara
 già stende il braccio. «Lunge»
 grida Elisena «lunge.
 Senza l’empia tua mano
1465saprò morir né smentirò qual sono».
 Disse e di nobil ira accesa in volto
 corre all’altare e il sacro
 coltel ne afferra e se lo immerge in seno
 e cade e versa il sangue e muor da forte
1470e fiera sul bel volto è ancor la morte.
 CLITENNESTRA
 Sparga or tra l’ombre le sue furie ultrici.
 ULISSE
 Al suo cader tuona e balena il cielo;
 di luce più serena
 l’aria sfavilla. Agitan l’aria i venti.
1475Il mar lieto ne mugge e un grato orrore
 occupa tutti. Ecco già s’apre il tempio;
 e tra gli applausi e i viva
 n’esce la degna coppia
 e più amante e più illustre e più giuliva.