Ifigenia in Aulide, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIII
 
 IFIGENIA, CLITENNESTRA e ULISSE
 
 IFIGENIA
 O dio! Parte sdegnato e il suo furore
 mi fa sentir quanto angosciosa è morte.
 ULISSE
 Vergine, al sacro ingresso
1270stanno armati i più forti
 del nostro campo e ne fia escluso Achille.
 Rassicurati. In lui
 d’Ifigenia vivrà gran parte. L’altra
 ne avrà la gloria; e la più vil fia spenta.
 IFIGENIA
1275Or morrò più tranquilla e più contenta.
 Madre, è già tempo... Ah madre!
 Perché tacita inondi
 di lagrime le gote?
 CLITENNESTRA
 Non resta altro che pianto
1280a madre sconsolata.
 IFIGENIA
 Madre, l’avermi a questa luce data,
 non sol per te ma per comun salute,
 sia tuo conforto e pace.
 CLITENNESTRA
 Rifiuto ogni conforto e ne dispero.
 IFIGENIA
1285Fammi cor, te ne prego, e d’umil figlia
 gli ultimi voti adempi.
 CLITENNESTRA
 Ben sai ch’ogni tuo prego a me fu legge.
 IFIGENIA
 Morta ch’io sia, non oltraggiar tue gote,
 non lacerar tue chiome e bruno ammanto
1290le tue membra non copra.
 Per chi muor per la patria è ingiusto il pianto.
 Le dilette sorelle e il dolce Oreste
 bacia per me. Ma più che d’altro, o madre,
 ti prego, al caro padre
1295non rinfacciar mia morte;
 e qual sempre l’amasti, amalo ancora.
 CLITENNESTRA
 No, converrà che ognora
 odi il tuo, più che padre,
 carnefice spietato.
 IFIGENIA
1300Salvarmi egli volea. Nol volle il fato.
 CLITENNESTRA
 Altro per te far deggio?
 IFIGENIA
 Serba la mia memoria. Io parto, o madre.
 Chi di voi mi accompagna al tempio, al rogo?
 ULISSE
 Sarà tua guida Ulisse.
 CLITENNESTRA
1305Io pur ti seguirò, misera figlia!
 ULISSE
 Questo ti vieta il tuo signore e sposo.
 CLITENNESTRA
 Senza tormi di vita,
 staccarmi non potrai da questi panni.
 IFIGENIA
 Madre, rimanti. A vista
1310io sarei del tuo pianto assai men forte.
 Più temo il tuo dolor che la mia morte.
 
    Madre diletta, abbracciami.
 Più non ti rivedrò.
 
    Perdona al genitore;
1315conservami il tuo amore.
 Consolati, non piangere;
 e in pace io morirò.