Ifigenia in Aulide, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 CLITENNESTRA e AGAMENNONE
 
 CLITENNESTRA
1065Ben si vede che prole
 sei del malvagio Atreo.
 Come ti soffre il cor?...
 AGAMENNONE
                                            Donna, t’accheta.
 Non farà ’l tuo gridar ciò che non fece
 dell’infelice il pianto.
 CLITENNESTRA
1070Mi vieti anche il dolermi?
 AGAMENNONE
 M’è grave il far ciò che costretto io faccio
 e m’è grave il non farlo.
 CLITENNESTRA
 E qual necessità ti vuol crudele?
 AGAMENNONE
 Quella che mi vuol misero.
 CLITENNESTRA
                                                   Tu solo
1075fabbro sei di tua colpa e di tua pena.
 AGAMENNONE
 Oh, fosse in mio poter ciò che vorrei!
 CLITENNESTRA
 Per Elena nol fai? Nol fai per Troia?
 Pensi ad Elena e Troia il tuo germano,
 cui tanto preme la non casta moglie.
1080Con la sua Ermione ei la riscatti; e resti
 alla patria, allo sposo, a noi la figlia.
 AGAMENNONE
 A noi chiedono questa i numi irati;
 questa da noi vorranno i greci armati.
 CLITENNESTRA
 La difenda il tuo amore e quel d’Achille.
 AGAMENNONE
1085Temo la civil guerra e la detesto.
 CLITENNESTRA
 Di’ che temi depor comando e scettro.
 AGAMENNONE
 Orsù, taci e mi lascia.
 CLITENNESTRA
 Sola dunque a Micene e disperata
 ritornerò? Non lo pensar. Quand’altro
1090non possa il mio dolore,
 a svenar ti prepara e figlia e madre.
 AGAMENNONE
 Alla miseria mia basta un delitto.
 CLITENNESTRA
 Vedi bontà! Vedi innocenza! Iniquo!
 L’uccisor della figlia
1095teme uccider la madre. Ah! Tu di lei,
 io di me stessa ho già disposto. Addio.
 Del mio morir solo l’arbitrio è mio.
 
    Preparati a svenar e figlia e madre,
 consorte e padre
1100ma senza amore,
 senza pietà.
 
    Sì sì, l’amor si pervertì;
 e nel tuo core
 entrò col fasto
1105la crudeltà.