Ifigenia in Aulide, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 ACHILLE e IFIGENIA
 
 ACHILLE
860A me lagrime e preghi? Ove si tratta
 della tua vita, o cara,
 ha di stimoli d’uopo il cor d’Achille?
 Ma non basta salvarti;
 già corro a punir l’empio e a vendicarti.
 IFIGENIA
865Deh ferma...
 ACHILLE
                          Il re spergiuro
 or tradisce amistà, natura e fede.
 Ma di sì grave oltraggio
 l’empio, il crudel mi renderà ragione;
 e cinto ancor da mille spade e mille,
870farà tremarlo il vilipeso Achille.
 IFIGENIA
 Fermati, o dio! se m’ami.
 Quel crudel, quell’iniquo,
 alla cui vita minaccioso insulti,
 qualunque ei sia, m’è padre.
 ACHILLE
875Tuo carnefice dillo e non tuo padre.
 IFIGENIA
 Padre, sì lo dirò, più di me stessa
 e, al par d’Achille, a me diletto e caro.
 ACHILLE
 Ingrata! Ei vuol tua morte, io tua salvezza.
 IFIGENIA
 Se fosse in suo poter tormi al mio fato,
880credi che il petto mio ferir pensasse?
 Costretto mi condanna e n’è dolente.
 ACHILLE
 Chi può dar legge a lui sovrano e duce?
 IFIGENIA
 Impone la mia morte il cielo o il padre?
 ACHILLE
 Punisce e non impone il ciel le colpe.
 IFIGENIA
885Profondi, imperscrutabili gli arcani
 son degli dei.
 ACHILLE
                            Se non s’intende il nume,
 perché t’uccide il padre?
 IFIGENIA
 Ubbidisce con fede e n’ha più merto.
 ACHILLE
 Ameresti, o crudel, più la tua vita,
890se più amassi lo sposo.
 IFIGENIA
                                            Amo la vita;
 e l’amo anche di più, dacché la veggo
 sì cara a te.
 ACHILLE
                        Dunque al mio amor si lasci
 la libertà d’un generoso colpo.
 IFIGENIA
 Senti; se i giorni miei
895tu salvassi così, t’abborrirei.