Ifigenia in Aulide, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IX
 
 CLITENNESTRA e AGAMENNONE
 
 CLITENNESTRA
 Onta e dolor me con la figlia ad Argo
 già richiamava. In sull’uscir del campo
710rattenne i nostri passi il fido Achille.
 Ei, pria che cada il giorno,
 vuol le nozze promesse. Arde di sdegno
 e cerca l’impostor per dargli pena
 pari a l’offesa. Or tu consenti al nodo...
 AGAMENNONE
715L’approvo, o Clitennestra; e quanto posso
 v’applaudo e ne son lieto.
 CLITENNESTRA
 La tua fede già data
 e la matura età d’Ifigenia
 la chiama ad altro letto.
 AGAMENNONE
                                             E ad altro cielo.
 CLITENNESTRA
720O con qual gioia all’ara
 io l’ostie elette spargerò di fiori;
 e accenderò le faci coniugali.
 AGAMENNONE
 No. Questa volta io chiedo
 ossequio, più che amor.
 CLITENNESTRA
                                              Regina e madre,
725me allontani dal tempio?
 AGAMENNONE
 Tu gli altri figli a regger torna in Argo;
 qui delle nozze avrà la cura il padre.
 CLITENNESTRA
 Perché sì fiera legge?
 AGAMENNONE
 Al tuo grado real mal si conviene
730star fra’ soldati.
 CLITENNESTRA
                                E mal conviene al mio
 tenero affetto abbandonar la figlia.
 AGAMENNONE
 Compiacermi ricusi, allor che prego?
 CLITENNESTRA
 Quando prego fu mai più strano e iniquo?
 AGAMENNONE
 Forte ragione a ciò voler mi stringe.
 CLITENNESTRA
735È tuo dell’armi il peso; è tuo del regno
 il gravoso pensiero,
 mie le cure domestiche e de’ figli.
 AGAMENNONE
 Ostinata t’abusi
 di mia bontà; ma sappi
740che, quando onesta cosa
 un marito ed un re brami e domandi,
 anche i preghi di lui sono comandi.
 
    Ubbidisci e non cercar
 la ragion del mio voler.
 
745   Col soffrir nell’ ubbidir,
 avrà merto il tuo dover.