Ifigenia in Aulide, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XII
 
 CLITENNESTRA e IFIGENIA
 
 IFIGENIA
440A me sì strano accoglimento il padre?
 Onde mai da sé stesso
 così diverso?
 CLITENNESTRA
                           Figlia,
 uso è dell’uom, da mille cure ingombro,
 aver mente sconvolta e fosco ciglio.
 IFIGENIA
445Altre volte il mio aspetto
 in noioso pensier gli era conforto.
 CLITENNESTRA
 Il vicino imeneo,
 che ti svelle da lui, forse è sua pena.
 IFIGENIA
 Piaccia agli dii che questo
450sia solo il suo dolor, la mia sciagura.
 CLITENNESTRA
 S’altro affanno il molesti,
 Arcade a me fedel dirallo in breve.
 Tu nel real palazzo
 m’attendi. Ivi ne avrai più certi avvisi
455e dello sposo ancora.
 Non è senza tua pena,
 il so, non arrossir, la sua dimora.
 
    E con gli occhi e col pensiero
 tu lo cerchi e tu lo chiami.
 
460   Nell’indugio tormentoso
 già si sente
 o geloso o impaziente
 il tuo cor, perché ben ami.