Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA XIX
 
 ULISSE e li suddetti
 
 ULISSE
 No, ti consola. Vive,
 vive tua figlia.
 CLITENNESTRA
                             Ulisse,
1415è viva Ifigenia? Vive mia figlia?
 ULISSE
 Vive tua figlia. Ifigenia morendo
 placò la dea; l’aure ci rese amiche.
 CLITENNESTRA
 O sempre falso Ulisse! O sempre infausto!
 ULISSE
 Né più verace mai né mai fui nuncio
1420di più lieti successi.
 Ifigenia morì. Vive tua figlia.
 CLITENNESTRA
 Vive, il so, negli Elisi ombra infelice.
 ULISSE
 Spira quest’aure e veste
 di carni e d’ossa il bel corporeo velo
1425e sia sposa ad Achille.
 CLITENNESTRA
 Ma come è viva e morta? Io non intendo.
 ULISSE
 In Elisena è morta
 un’altra Ifigenia.
 TEUCRO
                                  Morta Elisena?
 Sacrificio crudel! Teucro infelice! (Parte verso il tempio)
 ARCADE
1430Spesso il riso de l’un pianto è de l’altro.
 CLITENNESTRA
 Ma come?
 ULISSE
                      Odi prodigio e l’alma acheta.
 Tutto fremea nel tempio. Achille e i Greci
 già stringevano il ferro,
 quand’ecco entra Elisena. Alor Calcante,
1435che pria sembrava timoroso e incerto,
 prende novello aspetto; e pien del nume,
 che l’agitava, in voce alta e tremenda
 gridò: «Fermate. Il cielo
 per mia bocca a voi parla. Un altro sangue
1440d’Elena ei chiede e un’altra Ifigenia.
 Ella è presente. A lei
 Elena è madre. Di segrete nozze
 l’ebbe da Teseo e Ifigenia chiamolla.
 Io ne fui testimonio. Io d’allor vidi
1445ch’ella perir dovea, quando col nome
 d’Ifigenia fosse svelato a’ Greci
 il suo fato e ’l suo sangue.
 Quindi con altro nome a tutti crebbe
 ed a sé stessa ignota. Or qui l’ha tratta
1450il suo destino. Eccola, o Greci. Questa,
 questa è l’Ifigenia dal ciel richiesta».
 ARCADE
 O strano caso!
 CLITENNESTRA
                             O maraviglia!
 ULISSE
                                                         Immoto
 resta ciascun; poi gli occhi
 corrono tutti ad Elisena. A terra
1455ella tenendo i suoi, stavasi in atto
 pensoso, sì, ma non scomposto e grave.
 Se le appressa Calcante.
 Morte le annuncia e per condurla a l’ara
 già stende il braccio. «Lungi»
1460grida Elisena «lungi.
 Senza l’empia tua mano
 saprò morir né smentirò qual sono».
 Disse e di nobil ira accesa in volto
 corre a l’altare e ’l sacro
1465coltel ne afferra e se lo immerge in seno
 e cade e versa il sangue e muor da forte
 e fiera sul bel volto è ancor la morte.
 CLITENNESTRA
 Sparga or tra l’ombre le sue furie ultrici.
 ULISSE
 Al suo cader tuona e balena il cielo.
1470Di luce più serena
 l’aria sfavilla. Agitan l’aria i venti.
 Il mar lieto ne mugge e un grato orrore
 occupa tutti. Ecco già s’apre il tempio;
 e, tra gli applausi e i viva,
1475n’esce la degna coppia
 e più amante e più illustre e più giuliva. (Si apre il tempio)