Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA XVI
 
 ELISENA e TEUCRO
 
 ELISENA
 Asta vibrata si richiama invano.
1365Un tardo pentimento
 non ripara la piaga e non la sana.
 TEUCRO
 Tant’ira in te poc’anzi
 contro de l’infelice? Ora per lei
 tanto dolor?
 ELISENA
                         Mi ha vinta
1370la sua miseria e più la sua virtude.
 TEUCRO
 Nobil pietà.
 ELISENA
                         Quanto l’invidio! O quanto!
 Ella muor tra gli applausi
 di tutta Grecia e con l’amor di Achille.
 TEUCRO
 E quest’amor fa la tua pena.
 ELISENA
                                                      Ah! Teucro,
1375una forza maggior, ch’io non intendo,
 mi chiama a l’ara infausta. Ivi gli dei,
 chi sa? fine imporranno a’ mali miei.
 
    Ne l’anima agitata
 si sveglia un non so che,
1380che mi rapisce a sé.
 
    È invidia? È sdegno? È amor?
 È gelosia? È furor?
 Vorrei; ma ne ho timor.
 Temo; né so perché.