Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA XV
 
 CLITENNESTRA
 
 CLITENNESTRA
 Figlia, figlia, ove sei?
 Tu senza me correr a morte? In vita
 io senza te qui rimanermi? E al pianto?
1335Ferma. Ah! Tu non mi ascolti e forse or cadi. (Si leva)
 Ecco in quest’ora, in questo
 punto la mano e ’l ferro
 alza l’empio ministro. In questo il vibra
 ne la tenera gola. In questo spira
1340l’alma innocente. Ascondi, Febo, ascondi
 in notte eterna il giorno.
 Altre volte gli Atridi
 ti han costretto a fuggir, colmo di orrore,
 per non mirar meno esecrando eccesso.
1345E tu, ferro crudel, dopo la figlia
 vieni e me pure uccidi. È quello, è questo
 lo stesso sangue. Qual pietà te arresta?
 Qual furor me sospinge?
 Già vengo. Già mi appresso.
1350Già sono a l’ara. Al sordo
 nume, a l’empio marito
 già sugli occhi mi sveno; e de la figlia
 sul caro busto esangue
 m’esce tra i freddi baci e l’alma e ’l sangue.
 
1355   Ah! Che se fossi estinta
 non sentirei così
 la fiera doglia mia
 peggior di morte.
 
    Ma, se la cara figlia,
1360ch’era il mio cor, morì,
 esser non può che sia
 del fiero mio dolor
 l’alma più forte.