Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA XII
 
 ACHILLE con seguito e li suddetti
 
 ACHILLE
 Ben l’avranno ad Achille o avranno morte.
 CLITENNESTRA
 (L’alma respira).
 ULISSE
                                  Achille, opra d’uom saggio
 non è l’opporsi al cielo.
 ACHILLE
1200E tollerar l’offese
 opra non è d’uom forte.
 ULISSE
 Siati più a cor la patria...
 ACHILLE
                                                Eh! Non ascolto
 chi fabbro è di menzogne.
 ULISSE
 So usar, quando convenga, e lingua e braccio.
 ACHILLE
1205Di questo or ti fia d’uopo.
 ULISSE
                                                 E questo or s’armi. (Danno di mano alle spade)
 ELISENA
 (Crescon le risse e gli odi).
 ULISSE, ACHILLE
                                                   A l’armi, a l’armi.
 ELISENA
 (Io qui mi celo e ascolto). (Si ritira)
 IFIGENIA
 Duci, fermate. Ifigenia ven prega.
 Uditemi; e se cose
1210dirò da le passate assai diverse,
 le dirò qual chi, scosso
 da lungo sonno, apre le luci e vede
 non pria veduti oggetti.
 Ecco che in me tien fissi
1215gli occhi la Grecia tutta. Aure propizie
 ella attende a’ suoi legni,
 vittoria a’ suoi guerrieri; e vedrà in breve
 Paride estinto, Ilio disfatto ed arso.
 Tutto, tutto avverrà con la mia morte.
1220Di tanti, che qui sono uomini eletti,
 qual v’è mai che paventi
 o rifiuti la morte? Io tanto vile
 sarò che timor n’abbia?
 E di sì degna impresa arresti il corso?
1225O ignominia! O rimorso
 peggior di morte! Andiamo, Greci, andiamo.
 Figlia son de la patria.
 Ecco il petto, ecco il capo. Applaudo al colpo
 che a voi rechi salute, a me dia gloria.
1230Questi, questi saran pregi immortali,
 la mia dote, i miei figli, i miei sponsali.
 ULISSE
 O fortezza! O virtù di nobil alma!
 ACHILLE
 Me presente e me sposo, aperta e piana
 pensi la via che ti conduca a morte?
1235No no, morrò per te, se tu ricusi
 di viver meco.
 IFIGENIA
                             Ah! Questo,
 questo de l’alma era il desio più caro,
 viver di Achille. Aspro destin cel vieta.
 Soffrilo in pace. Vivi,
1240pugna, vinci, trionfa. Il sangue mio
 t’innaffierà gli allori.
 Questa de la tua fede ultima prova
 ti chiedo; vivi o s’altro
 mi resta, onde pregarti, ad Elisena
1245rendi la libertà, rendi il suo regno.
 Io perdono al suo sdegno,
 ella almeno perdoni al cener mio.
 Addio, mio sposo, addio per sempre, addio.
 ACHILLE
 Un addio sì funesto io non ricevo.
1250La mia gloria e ’l mio amor vuol che tu viva;
 o che teco io pur cada;
 né cadrò solo. Al tempio
 ti precedo e ti attendo.
 Nulla prometter posso,
1255se di tutto dispero.
 In faccia al padre, al sacerdote, al nume
 farem ciò che richiede
 a te virtude, a me valore e fede.
 
    Sposa, addio; ma questo, o cara,
1260non sarà l’estremo addio
 che il cor mio prenda da te.
 
    In sì amara iniqua sorte
 sarai tolta a ingiusta morte
 o dal cielo o pur da me.