Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA II
 
 ELISENA
 
 ELISENA
 Fuor di questa, ch’io premo,
 reggia nemica, io non trarrò le piante,
 che più certo il destin d’Ifigenia
 non mi si sveli. Il tutto
975osserverò non osservata. Nulla
 sfuggirà a l’odio mio,
 nulla al mio amor. Folle! Che dissi? Amore?
 Più non lo dir. Sei troppo offeso, o core.
 
    Vergogna e dispetto
980scacciò dal mio petto
 l’idea di un’ingrata
 spietata beltà.
 
    Fra l’ire e le morti
 l’amai senza colpa;
985ma dopo i miei torti
 l’amarla è viltà.