Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA IX
 
 CLITENNESTRA e AGAMENNONE
 
 CLITENNESTRA
 Onta e dolor me con la figlia ad Argo
 già richiamava. In su l’uscir del campo
 rattenne i nostri passi il fido Achille.
 Ei, pria che cada il giorno,
710vuol le nozze promesse. Arde di sdegno
 e cerca l’impostor per dargli pena
 pari a l’offesa. Or tu consenti al nodo...
 AGAMENNONE
 L’approvo, o Clitennestra; e quanto posso
 vi applaudo e ne son lieto.
 CLITENNESTRA
715La tua fede già data
 e la matura età d’Ifigenia
 la chiama ad altro letto.
 AGAMENNONE
                                             E ad altro cielo.
 CLITENNESTRA
 O con qual gioia a l’ara
 io l’ostie elette spargerò di fiori;
720e accenderò le faci coniugali.
 AGAMENNONE
 No. Questa volta io chiedo
 ossequio, più che amor.
 CLITENNESTRA
                                              Regina e madre,
 me allontani dal tempio?
 AGAMENNONE
 Tu gli altri figli a regger torna in Argo;
725qui de le nozze avrà la cura il padre.
 CLITENNESTRA
 Perché sì fiera legge?
 AGAMENNONE
 Al tuo grado real mal si conviene
 star fra’ soldati.
 CLITENNESTRA
                                E mal conviene al mio
 tenero affetto abbandonar la figlia.
 AGAMENNONE
730Compiacermi ricusi, alor che prego?
 CLITENNESTRA
 Quando prego fu mai più strano e iniquo?
 AGAMENNONE
 Forte ragione a ciò voler mi astringe.
 CLITENNESTRA
 A te il peso de l’armi, a te del regno
 tocca la grave cura,
735a me quella de’ figli e de la casa.
 AGAMENNONE
 Ostinata ti abusi
 di mia bontà; ma sappi
 che, quando onesta cosa
 un marito ed un re voglia e dimandi,
740anche i preghi di lui sono comandi.
 
    Ubbidisci; e non cercar
 la ragion del mio voler.
 
    Col soffrir ne l’ ubbidir,
 avrà merto il tuo dover.