Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA V
 
 ACHILLE ed ELISENA
 
 ACHILLE
 Fu Ifigenia?... Fu Achille?...
 Che partì? Che rimase?...
 
    «Addio, infido, addio per sempre».
 L’alma fida in che peccò?
595Veglio? Sogno? O dio! Nol so.
 
 ELISENA
 (Tanto s’agita il prence e più non l’ama?)
 ACHILLE
 Intendo. Entro quel cor freddi sospetti
 sparse lingua bugiarda; e tu, Elisena,
 tu quella fosti...
 ELISENA
                               Io, prence?
 ACHILLE
600O per vendetta de’ sofferti mali
 o per invidia de’ mal nati amori.
 ELISENA
 Qual odio mi rinfacci? O qual fiacchezza?
 ACHILLE
 Se furor ti ha sospinta,
 troppo fosti inumana.
605Ma, se amor ti ha sedotta,
 odi qual ti promette e qual ti giura
 dovuta ricompensa Achille irato.
 Ti fuggirò qual angue;
 ti abborrirò qual mostro;
610e te, qual serva abbietta,
 farò, recisa il crin, sordida i panni,
 trar ne’ più vili uffici
 abbominevol vita e dì infelici.
 
    Passerò con chi svenò
615il più dolce de’ miei voti
 ogni meta nel furor.
 
    E per te sarò egualmente
 implacabile in vendetta,
 miserabile in amor.