Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA XII
 
 CLITENNESTRA e IFIGENIA
 
 IFIGENIA
 A me sì strano accoglimento il padre?
 Onde mai da sé stesso
440così diverso?
 CLITENNESTRA
                           Figlia,
 uso è de l’uom, da mille cure ingombro,
 aver mente sconvolta e fosco ciglio.
 IFIGENIA
 Altre volte il mio aspetto
 in noioso pensier gli era conforto.
 CLITENNESTRA
445Il vicino imeneo,
 che ti svelle da lui, forse è sua pena.
 IFIGENIA
 Piaccia agli dii che questo
 sia solo il suo dolor, la mia sciagura.
 CLITENNESTRA
 S’altro affanno il molesti,
450Arcade a me fedel dirallo in breve.
 Tu nel real palazzo
 mi attendi. Ivi ne avrai più certi avvisi
 e de lo sposo ancora.
 Non è senza tua pena,
455il so, non arrossir, la sua dimora.
 
    E con gli occhi e col pensiero
 tu lo cerchi e tu lo chiami.
 
    Ne l’indugio tormentoso
 già si sente
460o geloso o impaziente
 il tuo cor, perché ben ami.