Ifigenia in Aulide, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA X
 
 AGAMENNONE e ULISSE
 
 AGAMENNONE
 Eccomi al duro passo
 che sì temei. Deluse
 son l’arti mie. Non mi giovò accortezza
370contra l’insidie di fortuna avversa.
 Ahi! Con qual volto incontrerò la moglie?
 Ahi! Con qual core abbraccerò la figlia?
 Misere! A liete nozze
 voi qui guida un mio cenno e avrete e morte,
375che due vittime a un tratto
 cadrete, una dal duolo, una dal ferro.
 E dall’uno e dall’altro io pur trafitto,
 morrò con voi. Deh! Ulisse,
 abbimi almen pietade e scusa il pianto.
380Se piango re, son vile
 ma, se Ppadre non piango, io son crudele.
 ULISSE
 Signor, son padre anch’ io. Giusto è ’l tuo duolo;
 ma che  né lo condanno e ti compiango io stesso.
 Ma che? Dove il lagnarsi al mal non giova,
385mostri senno e fortezz costanza valore uom saggio e forte.
 AGAMENNONE
 Ulisse, un buon consiglio è agevol cosa.
 Ma se qui del tuo figlio
 si agitasse il destin, non so se saresti tanto
 saresti forte.  Alora
390io ti vedrei tra ’l figlio e l’ara in atto
 di far cader la sacra scure al piano
 del caro sangue ancor digiuna.
 ULISSE
                                                          Il colpo
 fatto è necessità. Giunta è l’attesa
 vittima. Il sa Calcante.
395Tu l’hai giurata.
 AGAMENNONE
                                E la darò. S’innalzi
 l’infausto altare. In breve
 io vi trarrò la misera. Ma intanto
 fa’ che taccia Calcante; e ad una madre
 si occulti il sacrificio.
400Temo l’ire feroci
 del suo dolor. Deh! Pria restassi estinto.
 ULISSE
 Vinta è già Troia or che te stesso hai vinto.
 
    Veggo già che i ai grechi legni
 spira il vento, il mar s’inchina;
405e già trema a la vicina
 sua caduta Ilio orgoglioso.
 
    Ma se l’Asia andrà sconfitta,
 se d’invitta
 avrà Grecia un maggior grido,
410tutto tutto
 sarà gloria e sarà frutto
 del tuo cor sì generoso.