Ifigenia in Aulide, Vienna, van Ghelen, 1718

 SCENA II
 
 ACHILLE, TEUCRO e seguito di greci e tessali
 
 ACHILLE
 
    Asia tremi, Argo festeggi,
10greco braccio è sempre invitto.
 
    Cadde Lesbo e tra ritorte
 la sua sorte
 piange il Tessalo sconfitto.
 
 Teucro, in Aulide ancora
15dorme notti infingarde il greco campo?
 Già ’l Tessalo è sconfitto,
 Lesbo già cadde; e in pigro e lungo sonno
 l’egre vostre pupille
 stan chiuse ancor, quando trionfa Achille?
 TEUCRO
20Valoroso Pelide,
 chi può contra gli dei? Sciolte dal lido
 fendean le prore achee l’onda tranquilla;
 ma che? Del vento amico
 cessa il favor, soffia l’avverso e a forza
25in Aulide rispinge i nostri abeti.
 D’alora il vento tacque,
 l’onda immobil divenne
 e già n’è tolto il navigare a Troia.
 ACHILLE
 Io vi precederò. Trarrò in catene
30Priamo e l’altera prole,
 qual da Lesbo ora trassi
 la vergine reale.
 TEUCRO
 O dio! Elisena?
 ACHILLE
                               Quella
 sì cara a Teucro. Alor che a lei messaggio
35fosti de’ Greci, il so, nacque il tuo amore.
 TEUCRO
 In Aulide Elisena?
 ACHILLE
 Così vi fosse Ifigenia, mia bella,
 mia nobil fiamma.
 TEUCRO
                                     E come?
 Tu l’ultimo a saper sei la tua sorte?
 ACHILLE
40Mi sei nunzio di bene o di sciagura?
 TEUCRO
 Al nuovo sol nel campo
 fia la real tua sposa.
 ACHILLE
 Quai nozze? Parla.
 TEUCRO
                                     Ifigenia, la figlia
 del gran re di Micene,
45fia di tue palme il premio illustre.
 ACHILLE
                                                                O amore!
 Nol credo a te, nol credo a l’alma, è tanto
 il piacer che mi opprime. Ecco Elisena
 che già si affretta al lido. Io seco lascio
 in libertà il tuo amore.
50In Aulide mi chiama,
 non certo appien di sua fortuna, il core.
 
    Se a debole pupilla,
 a lunga notte avvezza,
 il chiaro dì sfavilla,
55si perde ancor fra l’ombre e ’l sol non vede.
 
    Così quest’alma amante,
 che a lungo fra’ martiri
 languì per bel sembiante,
 intende la sua sorte e non la crede.