Alessandro Severo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 CLAUDIO e ALBINA
 
 CLAUDIO
895Da qual labbro scoperte almen sapessi
 le infelici mie trame!
 ALBINA
 Claudio, gran turbamento
 ti leggo in fronte.
 CLAUDIO
                                  Il sol vedere Albina
 n’empie il mio seno e me ne sparge il volto.
 ALBINA
900Eh, con occhio sì avverso
 so che non guardi Albina. Alfin non sono
 donna odiosa al popolo e al Senato;
 né col tosco m’insidi e non col ferro.
 CLAUDIO
 (Qual favellar!)
 ALBINA
                               A Claudio
905del mio amor più non parlo. Al degno amante
 della gloria e di Roma,
 al nimico di Giulia
 opre grandi rammento e illustri imprese.
 CLAUDIO
 (Ah, purtroppo a costei tutto è palese!)
 ALBINA
910(Il perfido è confuso).
 Misero! Sei tradito.
 CLAUDIO
 Cieli! Da chi?
 ALBINA
                            Brami saperlo?
 CLAUDIO
                                                          Albina,
 deh, se pur m’ami...
 ALBINA
                                        Or quell’amore implori
 che tu tradisti? E quell’Albina or preghi
915che ti colma di orror solo in vederla?
 CLAUDIO
 I rimproveri tuoi son giusti e atroci;
 ma dimmi ’l traditor.
 ALBINA
                                          Di Giulia al trono
 ei trar volea l’accusa. Io lo rattenni.
 CLAUDIO
 Quanto ti deggio!
 ALBINA
                                   Or più farò. Al tuo aspetto
920guiderò l’infedele e alla sua pena.
 CLAUDIO
 Sì, farò ch’egli cada
 sotto la mia vendicatrice spada.
 ALBINA
 Piacemi. In ravvisarlo
 vedi che il volto suo non ti confonda.
 CLAUDIO
925A te, più ch’ora il labbro,
 il mio core e il mio braccio allor risponda.
 ALBINA
 Vanne alle auguste terme e là mi aspetta.
 CLAUDIO
 E spettator ti avrà la mia vendetta.
 
    Su le tue luci istesse
930l’infido svenerò;
 e al piè ti gitterò
 quel teschio esangue.
 
    Non troverà pietà;
 e la sua colpa enorme
935appena laverà
 tutto il suo sangue.