Alessandro Severo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA X
 
 SALLUSTIA e ALBINA
 
 ALBINA
 Impietosito è di tue pene il fato;
725i tuoi mali avran fine.
 SALLUSTIA
 Faccian gli dii; ma non lo spero, Albina.
 ALBINA
 Quando più l’innocenza
 dispera di conforto, allora il trova.
 SALLUSTIA
 Ah, qual poter v’è mai che sia più forte
730di Giulia e del suo sdegno?
 ALBINA
                                                    Amore e morte.
 SALLUSTIA
 Qual morte? Qual amor?
 ALBINA
                                                Quello del padre
 che tutto porrà in opra e tosco e ferro.
 SALLUSTIA
 Ferro e velen! Di’ tosto. In sen si scuote
 l’alma, s’agita il sangue; e gelo e sudo.
735Che sarà mai!
 ALBINA
                             Da questa
 turba servile allontaniamci alquanto,
 onde alcun non ci ascolti.
 SALLUSTIA
                                                O stelle! O dei!
 Crescer possono ancora i mali miei? (Si ritirano in disparte e parlano sottovoce. Poi Albina parte)