Alessandro Severo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 MARZIANO, CLAUDIO e poi ALBINA in disparte
 
 MARZIANO
 Ne osserva alcun?
 CLAUDIO
                                    Siam soli.
 MARZIANO
 Qual m’infinsi, vedesti?
 CLAUDIO
                                               E ne stupii.
 ALBINA
 (Qui l’infedel!)
 MARZIANO
                               Per più celar le trame
 tradii natura e condannai la figlia.
 ALBINA
650(Vo’ sorprenderlo solo).
 CLAUDIO
 Sul labbro a Marziano,
 Giulia trovò l’eroe ma non il padre.
 MARZIANO
 La vendetta più cauta è la più certa.
 CLAUDIO
 E la meno temuta è la più fiera.
 MARZIANO
655Tutto svelo al tuo core.
 ALBINA
                                           (Io tutto ascolto).
 MARZIANO
 Sul tramontar del giorno entro la reggia,
 forte stuolo di armati
 per via segreta introdurrò. Le stanze
 occuperò di Giulia.
660Tu, cui commessa è la custodia interna,
 co’ tuoi mi assisti.
 CLAUDIO
                                    E il puoi sperar. Mi unisce
 a te lunga amistade.
 Dal favor di Sallustia ottenni ’l grado.
 L’altera Giulia abborro,
665donna odiosa al popolo e al Senato.
 ALBINA
 (Trame funeste!)
 CLAUDIO
                                   E pria che cada il giorno,
 ella forse morrà, senza che n’abbia
 il tuo braccio l’onor.
 MARZIANO
                                       Come?
 CLAUDIO
                                                       Valerio,
 un de’ primi ministri
670della mensa real, da me già vinto,
 le porgerà ne’ primi sorsi il tosco.
 MARZIANO
 Piacemi, purché cada.
 Sarà vano il velen? V’è la mia spada.
 
    L’alma corre alla vendetta
675ma costretta;
 né virtù le dà soccorso.
 
    A ragion preval natura
 e all’amor cede il rimorso.