Alessandro Severo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA X
 
 SALLUSTIA
 
 SALLUSTIA
 E mi lascia? E non parla? E si confonde?
 Quale addio! Qual silenzio!
 Qual turbamento! Ah, mio Alessandro, intendo;
 Giulia è cagion del tuo, del mio tormento.
315Ella qui ti sgridò, forse gelosa
 che tu più della madre ami la sposa.
 
    Il mio vezzoso
 diletto sposo
 mi sia fedele
320e son contenta;
 
    mio sia quel core;
 e del nimico
 destin crudele
 l’ira e il furore
325non mi spaventa.