Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA VII
 
 SALLUSTIA, GIULIA
 
 SALLUSTIA
1130Sollecita qui trassi il piè tremante;
 né tarda giungo. O numi,
 consolaste i miei voti.
 Augusta... In cheto sonno
 tien chiusi i lumi e dorme. Ah! Come puoi,
1135regal donna del Tebro,
 pace goder col tradimento al fianco?
 Mille spade a momenti... O padre, o padre,
 a una misera figlia
 perché sacrificar sì nobil vita?
 GIULIA
1140Il padre. Ah! Scellerata. (Levandosi con impeto)
 SALLUSTIA
 (Aimè! Labbro infedel tu m’hai tradita).
 GIULIA
 Più non giova tacer. Sei rea col padre.
 Tacerlo era tuo voto e tua vendetta.
 Ma pria che l’empio vibri
1145la sacrilega spada,
 sia trafitta la figlia e al piè mi cada.
 SALLUSTIA
 Io rea col padre? Augusta...
 GIULIA
 Olà, servi, custodi...
 SALLUSTIA
 Dal tosco io ti difesi.
 GIULIA
1150Sì, per farmi perir con più fierezza;
 ma con quel tosco ancora...
 VOCI DI DENTRO
 
    Mora Giulia, mora, mora.