Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA VI
 
 Camera con letto.
 
 GIULIA
 
 GIULIA
 
    Quanto invidio a’ tuoi riposi
 in angusta e nuda cella,
 fortunata pastorella!
 
1115Che giova a me d’armati
 custodita mirar la regal soglia,
 se v’entrano a turbarmi ombre e terrori?
 Un incognito affanno,
 una smania segreta
1120mi straccia e mi divora.
 Parmi veder d’intorno e tosco e ferro.
 Trovo chiuso ogni scampo.
 Mi adiro. Mi contristo.
 Pavento. Mi fo cor. M’agito. Fremo;
1125e in un sol traditor mille ne temo.
 Piume, voi foste almeno... Ecco Sallustia.
 Fingerò le pupille (Siede sul letto)
 da grave sonno oppresse; e forse l’alma
 da un bugiardo riposo avrà la calma. (Finge dormire)