Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA III
 
 SALLUSTIA, ALBINA
 
 SALLUSTIA
 (Padre, quanto mi costi!) Ah! Cara Albina.
1010È favore del ciel ch’io qui t’incontri.
 ALBINA
 Oltre l’uso i bei lumi
 foschi veggio...
 SALLUSTIA
                              Se m’ami,
 porgimi un ferro.
 ALBINA
                                   Un ferro?
 Nieghisi al tuo dolor.
 SALLUSTIA
                                         No. A mia difesa
1015tel chiedo e tosto il porgi.
 ALBINA
 Ah! Non far che a dolermi
 abbia di mia pietà.
 SALLUSTIA
                                      Scaccia ogni tema.
 Dolente sì, non disperata il chiedo.
 Non mel ritardi più la tua amistade.
 ALBINA
1020Prendilo; o ciel, che fia! (Le dà uno stilo)
 SALLUSTIA
 Con più pace ti lascio, o dolce amica.
 
    Langue al cocente raggio
 la pallida viola;
 ma stilla rugiadosa
1025spiegar le fa più vaghi
 i suoi colori.
 
    Di fronte al fiero oltraggio
 langue anche l’alma mia;
 ma un raggio di speranza
1030conforta e racconsola
 i miei languori.