Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA XVII
 
 ALBINA
 
 ALBINA
 Detto avesse l’infido:
 «Albina, tu mi salvi e deggio amarti».
940Ei sol pensa a l’offesa e a la vendetta;
 ma la fede è negletta;
 si trascura il dover; si obblia l’amore.
 Proterva infedeltà! Povero core!
 
    Fidi amori, or sì dolenti,
945spero ancor di darvi pace.
 
    L’infedel non vi spaventi
 che, se in base di costanza
 fondo il core e la speranza,
 non son vana e non audace.
 
 Fine dell’atto secondo