Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA XVI
 
 CLAUDIO e ALBINA
 
 CLAUDIO
 Da qual labbro scoperte almen sapessi
 le infelici mie trame!
 ALBINA
 Claudio, gran turbamento
 ti leggo in fronte.
 CLAUDIO
                                  Il sol vedere Albina
900n’empie il mio seno e me ne sparge il volto.
 ALBINA
 Eh! Con occhio sì avverso
 so che non guardi Albina. Alfin non sono
 donna odiosa al popolo e al Senato;
 né col tosco m’insidi e non col ferro.
 CLAUDIO
905(Qual favellar?)
 ALBINA
                                A Claudio
 del mio amor più non parlo. Al degno amante
 de la gloria e di Roma,
 al nemico di Giulia
 opre grandi rammento e illustri imprese.
 CLAUDIO
910(Ah! Purtroppo a costei tutto è palese).
 ALBINA
 (Il perfido è confuso).
 Misero! Sei tradito.
 CLAUDIO
 Cieli! Da chi?
 ALBINA
                            Brami saperlo?
 CLAUDIO
                                                          Albina,
 deh! se pur m’ami...
 ALBINA
                                        Or quell’amore implori
915che tu tradisti? E quell’Albina or prieghi
 che ti colma di orror solo in vederla?
 CLAUDIO
 I rimproveri tuoi son giusti e atroci;
 ma dimmi il traditor.
 ALBINA
                                          Di Giulia al trono
 ei trar volea l’accusa. Io lo rattenni.
 CLAUDIO
920Quanto ti deggio!
 ALBINA
                                   Or più farò. Al tuo aspetto
 guiderò l’infedele e a la sua pena.
 CLAUDIO
 Sì, farò ch’egli cada
 sotto la mia vendicatrice spada.
 ALBINA
 Piacemi. In ravvisarlo
925vedi che il volto suo non ti confonda.
 CLAUDIO
 A te, più ch’ora il labbro,
 il mio core e ’l mio braccio alor risponda.
 ALBINA
 Vanne a le auguste terme e là mi aspetta.
 CLAUDIO
 E spettator ti avrà la mia vendetta.
 
930   Su le tue luci istesse
 l’infido svenerò;
 e al piè ti gitterò
 quel teschio esangue.
 
    Non troverà pietà;
935e la sua colpa enorme
 appena laverà
 tutto il suo sangue.