Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA VI
 
 MARZIANO, CLAUDIO e poi ALBINA in disparte
 
 MARZIANO
 Ne osserva alcun?
 CLAUDIO
                                    Siam soli.
 MARZIANO
 Qual m’infinsi, vedesti?
 CLAUDIO
                                               E ne stupii.
 ALBINA
 (Qui l’infedel?)
 MARZIANO
                                Per più celar le trame
650tradii natura e condannai la figlia.
 ALBINA
 (Vo’ sorprenderlo solo).
 CLAUDIO
 Sul labbro a Marziano
 Giulia trovò l’eroe ma non il padre.
 MARZIANO
 La vendetta più cauta è la più certa.
 CLAUDIO
655E la meno temuta è la più fiera.
 MARZIANO
 Tutto svelo al tuo core.
 ALBINA
                                           (Io tutto ascolto).
 MARZIANO
 Sul tramontar del giorno entro la reggia
 forte stuolo di armati
 per via segreta introdurrò. Le stanze
660occuperò di Giulia.
 Tu, cui commessa è la custodia interna,
 co’ tuoi mi assisti.
 CLAUDIO
                                    E ’l puoi sperar. Mi unisce
 a te lunga amistade.
 Dal favor di Sallustia ottenni il grado.
665L’altera Giulia abborro,
 donna odiosa al popolo e al Senato.
 ALBINA
 (Trame funeste!)
 CLAUDIO
                                   E pria che cada il giorno,
 ella forse morrà, senza che n’abbia
 il tuo braccio l’onor.
 MARZIANO
                                       Come?
 CLAUDIO
                                                       Valerio,
670un de’ primi ministri
 de la mensa real, da me già vinto,
 le porgerà ne’ primi sorsi il tosco.
 MARZIANO
 Piacemi, purché cada.
 Sarà vano il velen? V’è la mia spada.
 
675   L’alma corre a la vendetta
 ma costretta;
 né virtù le dà soccorso.
 
    A ragion preval natura
 e a l’amor cede il rimorso.