Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA IV
 
 GIULIA
 
 GIULIA
 Ferma, crudel. Son vinta.
 Torni... Che fo? Qual debolezza è questa?
 Qual disonore? Io rivocar l’esiglio?
 Ma se poi tratto il figlio
610dal suo furore?... Eh! Perdita di moglie
 non mai guida a morir. Parta la rea
 e con l’ombre ella parta.
 Né questo dì da l’ire mie si perda.
 L’aureo manto deponga;
615ed in grado servil Roma la vegga,
 ove augusta imperò, starsene ancella.
 Avvilita beltà non è più quella.