Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717
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SCENA X
SALLUSTIA
SALLUSTIA
E mi lascia? E non parla? E si confonde?
Quale addio! Qual silenzio!
Qual turbamento! Ah! Mio Alessandro, intendo;
Giulia è cagion del tuo, del mio tormento.
315
Ella qui ti sgridò, forse gelosa
che tu più de la madre ami la sposa.
Il mio vezzoso
diletto sposo
mi sia fedele
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e son contenta;
mio sia quel core;
e del nemico
destin crudele
l’ira e ’l furore
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non mi spaventa.