Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 SCENA VII
 
 GIULIA con foglio in mano e detti
 
 GIULIA
 Da un benefico augusto
 e da un figlio amoroso
 anche tenera madre
 spera grazie e le implora.
 ALESSANDRO
195La madre le comanda e non le chiede.
 SALLUSTIA
 (Giulia sì umile?)
 GIULIA
                                    In questo foglio espressi
 sono i voti de l’alma. (Lo porge ad Alessandro)
 ALESSANDRO
 Saran giusti, se tuoi,
 e se tuoi, sempre cari. Io segno il foglio. (Lo sottoscrive senza leggerlo)
 SALLUSTIA
200(Ah! Lo leggesse almeno).
 ALESSANDRO
                                                  Eccolo, o madre, (Levandosi lo porge a Giulia)
 del mio nome già impresso.
 GIULIA
 Mio core e sangue mio.
 SALLUSTIA
                                             (Temo d’inganno).
 GIULIA
 Grave affar mi richiede
 qui con cesare sola.
 SALLUSTIA
205(Che sarà?) Nel lasciarti
 sento un dolor più non inteso ancora. (Ad Alessandro)
 GIULIA
 Parti. Breve sarà la mia dimora.