Il Narciso, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 URANIO e LESBINO
 
 URANIO
140Sì, mio caro Lesbino,
 nell’amor di Cidippe
 fui felice una volta e l’infedele
 pianse al mio pianto, arse al mio foco un tempo.
 Ma qual donna non cangia e voti e cure?
145La mia fede è tradita. Io son lo stesso
 ma non Cidippe. O di altro bello accesa
 o ad altre cure attenta, allorché incontro
 mi faccio a que’ begli occhi,
 piena di sdegno e d’ira,
150o s’infinge o mi fugge o non mi mira.
 LESBINO
 Te felice, o pastor, che almen provasti
 quante gioie dar possa un grato amore.
 Ebbe almen qualche tregua,
 nell’uso de’ piaceri, il tuo dolore.
155Solo Lesbin si strugge
 nel continuo suo pianto, è per lui tolta
 ogni speranza, ogni diletto e solo
 pasce la rimembranza
 dell’altrui crudeltà, del proprio duolo.
 URANIO
160Un continuo dolor perde le forze,
 si fa natura e istupidisce i sensi.
 Ma più fiero ei divien, quando lo scuote
 dal suo lungo letargo
 un passagger diletto.
 LESBINO
165È gran pena d’un core
 un bramato piacer né mai goduto.
 URANIO
 Maggior pena diventa
 la memoria del ben, quando è perduto.
 LESBINO
 All’inutile gara
170diam fine, Uranio. Meglio
 fia il risanar che l’inasprir le piaghe.
 Tu per Cidippe ed io per Eco ardiamo.
 URANIO
 Che dobbiam far?
 LESBINO
                                    Narciso,
 d’ambe le ninfe e di noi pure amico,
175benché di amor nimico,
 sappia il nostro desir, ne presti aita.
 Chi sa...
 URANIO
                  Tirreno intanto,
 genitor di Cidippe,
 so che arride al mio amor, loda i miei voti
180e ne ha tentata in mio favor la figlia.
 LESBINO
 Eh, Uranio, poco è dolce
 quell’imeneo cui più di amor congiunge
 violenza paterna.
 Vedi la vite all’olmo
185volontaria si sposa e l’edra al faggio.
 URANIO
 Lesbin, non ben l’intendi. Oh quante volte
 quella, che amor non vinse, ha vinto un bacio!
 D’ogni beltà più fiera e più ritrosa
 è un incanto il piacer. Tal l’angue appunto
190a una grata armonia l’ire si scorda
 né più il tosco letal spira dagli occhi.
 Addio, pastore. Addio.
 LESBINO
 Secondi ’l cielo il tuo desire e il mio.
 URANIO
 
    Piaghi Imeneo quel cuor
195che già poté di amor
 frangere il dardo.
 
    E vinca un bacio solo
 chi ben non seppe vincere
 un labbro sospirando
200e lagrimando un guardo.