Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 ARGOMENTO
 
    L’unica azione che facesse, degna di lode, Elagabalo, imperadore di Roma, fu il dichiarare, vivendo, per cesare il giovanetto Alessandro Severo, figliuolo di Giulia Mammea, donna di grande autorità nell’impero e che aveva qualche affinità col sangue degli Antonini e con lo stesso Elagabalo. Questo tiranno si pentì poco dopo di averlo creato cesare e cercò in più maniere di torlo di vita; ma preservato particolarmente dall’assistenza della madre, pervenne alla fine, dopo la morte data ad Elagabalo, al supremo governo della monarchia in età di tredici anni, sotto la tutela della madre, dalla quale, di là a qualche anno, gli fu data per moglie una vergine di sangue patrizio, il cui nome, taciutosi dalle storie, si ha dalle medaglie essere stato quello di Sallustia Barbia Orbiana. In breve tempo Alessandro, innamoratosi delle rare qualità della moglie, la dichiarò augusta e le fece parte di tutti quegli onori che prima la madre sola godeva; laonde questa, ingelositane e volendo ella sola esser nominata augusta, fece che il figliuolo a forza la ripudiasse e, fattole ogni strapazzo nella reggia, le intimò sentenza di relegazione nell’Affrica. Marziano, padre di Sallustia, uomo potente nell’esercito, non potendo tollerare l’affronto fatto al suo sangue, si sollevò contra Giulia. Ciò che ne seguisse si raccoglie da Erodiano e da Lampridio. Nella favola si è seguito il verisimile più che il vero. Le acclamazioni fatte ad Alessandro, la guerra da lui mossa contra i Parti, la sua totale dipendenza dalla madre, le nuove terme da lui erette e così qualche altra cosa accennata sono cose tutte fondate su la verità della storia. Il tempo, in cui si finge l’azione del drama, è nel giorno anniversario, in cui Alessandro era salito all’impero.