Alessandro Severo, Venezia, Rossetti, 1717

 Eccellenza,
    espongo al pubblico, sotto l’autorevole patrocinio di vostra eccellenza, questo mio dramatico componimento e fo ad esempio di quegli artefici che mettono in sito elevato e in buon lume di prospettiva l’opere loro, a fine di asconderne le imperfezioni e di farle parere ciò che non sono. Da questa elezione risulterà, se non altro, questo vantaggio al mio drama, che tutti mi loderanno di averlo saputo ben dedicare, non potendo aver io la prosunzione di credere che possano commendarmi di averlo saputo ben concepire e ordinare. E certamente per qualunque parte, eccellentissimo signore, la vostra persona riguardisi, non ci ha luogo ove ella non esiga ammirazione e rispetto e donde ella non tramandi un qualche raggio della sua gloria, sovra gli oggetti che hanno l’onore di esser protetti e considerati da voi. È noto al mondo tutto che gl’impieghi più rilevanti e più luminosi di un sì gran regno si riposarono sopra di voi ed acquistarono però maggior lustro che non vi diedero. Vi riverì il mare, grand’ammiraglio e comandante della regia flotta; vi ammirò la terra, generale in capite nella Spagna. Ma non gli onori militari solamente concorsero a sublimarvi, perché al consiglio privato di sua maestà britannica furono oracoli i vostri pareri, alla contea di Northamton fu di salute il vostro governo ed a più corti furono di maraviglia le vostra ambasciate. Insomma nel glorioso corso della vostra vita, tutte le vostre azioni sono state corrispondenti alla grandezza della vostra nascita; e spesso operando gran cose, le avete talvolta riguardate come mediocri, perché non erano straordinarie; né vi siete contentato di soddisfare alla comune espettazione; ma avete voluto confonderne e superarne l’idea, per quanto sublime ella fosse. Si sa inoltre che, con la vostra gran mente, voi conoscete di qualunque componimento la bellezza e la forza e che tanti sono i lumi, a voi naturali e da voi acquistati, che non si può avere la vostra approvazione, senza conseguire anche quella del pubblico. Si forma un sicuro giudizio sopra quello che voi formate; onde s’io giungo all’onore di averlo qui favorevole, posso dir francamente di avere assicurato il destino di questa mia, qualunque siasi, fatica. Comunque però ne succeda, a me di già ne provviene un insigne vantaggio; ed è che da questo mi si somministra occasione di dichiarare pubblicamente il profondo rispetto, con cui sono di vostra eccellenza umilissimo, divotissimo, ossequiosissimo servidore.
 
    Apostolo Zeno