L’Atenaide, Venezia, Pasquali, 1744 (Atenaide)

 SCENA XVII
 
 MARZIANO, PROBO e detti
 
 MARZIANO
 Signor, l’invitto brando
 serba a maggiori e più lodate imprese.
 TEODOSIO
 Marziano.
 MARZIANO
                      A’ tuoi lumi
1545non reo, quantunque ad onta
 del sovrano divieto, io mi presento.
 A quest’ora già i passi
 contro il bulgaro iniquo avrei rivolti;
 ma gli arrestò di questo (Accennando Probo)
1550perfido cor la fellonia malvagia.
 LEONTINO
 Sì, Probo è il traditor.
 TEODOSIO
                                          Suddito iniquo,
 esempio di perfidia, anima infame,
 perché tradirmi, di’?
 Perché? Perché così nella più cara
1555parte di me tradirmi?
 Perché d’ogni vivente
 il più misero farmi, il più dolente?
 PROBO
 Son reo, son empio, traditor, iniquo,
 degno di mille pene,
1560di mille morti. Eudossa
 è fedele, è innocente.
 Ingannato è Varane e tratto ad arte
 nella perfidia mia. Più dir non posso,
 se non chieder la morte.
 TEODOSIO
                                               E morte avrai. (Si parte Probo accompagnato da’ soldati)