L’Atenaide, Venezia, Pasquali, 1744 (Atenaide)

 SCENA XIII
 
 LEONTINO e detti
 
 LEONTINO
 Ah, Teodosio! Ah, signor...
 TEODOSIO
                                                  Perfido, audace.
 LEONTINO
 Qual vuoi son io; ma l’innocente figlia
 a te si salvi, a me si salvi. Armato
 me l’ha tolta Varane.
 TEODOSIO, PULCHERIA, PROBO A TRE
1435Varane!
 LEONTINO
                  Ed a gran passi
 la trae fuor di Bisanzio...
 TEODOSIO
 Anima vil, tutto è tua trama. In mano
 tu la desti a Varane;
 ma non pensar che invendicata sia
1440la sua fuga, il tuo error, l’offesa mia.
 LEONTINO
 Deh non s’indugi. Eudossa
 salvisi tosto e poi
 tutta in me cada a tuo piacer la pena.
 PULCHERIA.
 Vada ella pur.
 TEODOSIO
                             No no, Pulcheria. Io stesso
1445sull’orme sue m’accingo...
 Seguitemi, o fedeli. Andiamo.
 PROBO
                                                         Eh, sire,
 il tuo grado nol chiede, il tuo decoro.
 Resta; io v’andrò. Qui rivedrai fra poco
 libera Eudossa e prigionier Varane.
 TEODOSIO
1450Sì, caro, sì, fedel, vattene e rendi
 a cesare il riposo.
 PROBO
 Vado. Non hai di che temer tu possa.
 (Bell’inganno che salva
 a me la vita ed a Varane Eudossa). (Si parte)