L’Atenaide, Venezia, Pasquali, 1744 (Atenaide)

 SCENA III
 
 TEODOSIO, PROBO, EUDOSSA
 
 TEODOSIO
 Probo, intender vorrei
 ma il mio stesso desir fa il mio spavento.
 PROBO
630Tutti sì strano evento
 m’occupa i sensi.
 TEODOSIO
                                  Rompi,
 Eudossa, il tuo silenzio e il vero esponi.
 Agli occhi tuoi noto è Varane?
 EUDOSSA
                                                         È noto.
 TEODOSIO
 Ed a quei di Varane è nota Eudossa?
 EUDOSSA
635Eudossa è ignota a lui, non Atenaide.
 TEODOSIO
 D’Atenaide non chiedo;
 chiedo di te.
 EUDOSSA
                          Per me rispondo, o sire,
 quando per Atenaide a te rispondo.
 TEODOSIO
 Spiegati. (Non intendo e mi confondo).
 PROBO
640(Oscuri enigmi).
 EUDOSSA
                                  Allora
 che in Atene io vivea, non era Eudossa;
 tal mi nomai, poi che in Bisanzio giunsi.
 TEODOSIO
 E in Atene vivesti?...
 EUDOSSA
 Col nome d’Atenaide.
 TEODOSIO
                                          E là ti vide?...
 EUDOSSA
645Il principe Varane,
 offertomi dal caso e non dal core.
 TEODOSIO
 Segui. E t’amò?
 EUDOSSA
                                Finse d’amarmi almeno.
 TEODOSIO
 (Oh dei!) Né spiacque a te la regal fiamma?
 EUDOSSA
 Arbitro fu del mio
650il paterno voler.
 TEODOSIO
                                Né arrise il padre
 ad un amor che ti facea regina?
 EUDOSSA
 Nol so. So ch’ei repente
 alla patria mi tolse ed a Varane.
 TEODOSIO
 Per qual destin?
 EUDOSSA
                                 Le sue ragioni ha il padre.
 TEODOSIO
655Né saperle poss’io?
 EUDOSSA
                                      Si temé forse
 il giovane feroce e più il suo amore.
 Giovò la fuga; e in queste
 mura s’elesse un più sicuro asilo.
 Qui cambiai nome e culto.
660Mi vide augusta; e qui a te piacque...
 TEODOSIO
                                                                     Basta,
 basta così, basta, o fatal... Qual dirti,
 se Atenaide o se Eudossa
 deggia, non so. Nomi del pari infausti,
 nomi spietati. Un mortal ghiaccio, un freddo
665sudor tutto mi scioglie.
 Partiti; io solo deggio
 restar co’ miei pensieri.
 Quando fia tempo, intenderai tua sorte.
 EUDOSSA
 La men crudel per me saresti, o morte.
 
670   Son colpevole a’ tuoi lumi
 ma innocente è il mesto cor.
 
    Giusti numi, il vostro sguardo
 ben lo vede
 pien di fede e di dolor.