L’Atenaide, Venezia, Pasquali, 1744 (Atenaide)

 SCENA PRIMA
 
 TEODOSIO, VARANE, PROBO
 
 TEODOSIO
 Va’, Probo, e fa’ che augusta
 più sollecito il passo a noi rivolga.
 PROBO
560Impaziente è amore.
 TEODOSIO
 E tu, perdona questi (A Varane)
 d’innamorato seno impeti e voti,
 principe amico.
 VARANE
                                Ah! Provo anch’io qual pena
 sia la speme e l’indugio in chi ben ama.
 TEODOSIO
565Tra poco il mio diletto
 qui compiersi vedrai; vedrai la degna
 cagion dell’ardor mio; vedrai del volto
 le amabili sembianze,
 la modestia del guardo,
570l’onesto portamento; e allor dirai
 che, se pari al suo bello è il mio piacere,
 non v’è cor più felice
 né più amante del mio.
 VARANE
 (Atenaide mio bene,
575così dirò nel tuo possesso anch’io).
 TEODOSIO
 
    Qui grazie ancelle,
 qui lieti amori
 scuotan facelle,
 spargano fiori.
 
580   Nodo più degno
 mai non s’avvinse;
 né amor mai strinse
 più lieti cori.
 
 Ecco appunto che viene. (O cara vista!)