L’Atenaide, Vienna, Cosmerovio, 1714

 SCENA X
 
 TEODOSIO e VARANE
 
 TEODOSIO
 Quietatevi, o pensieri...
 VARANE
 No no, convien ch’io ’l vegga.
 Invan mi si resiste.
 TEODOSIO
 Che fia? Quest’è Varane.
 VARANE
840Agitato e confuso,
 cesare, a te ritorno.
 Nel mio furor nulla conosco o temo.
 Eudossa è l’amor mio. Se in lei tu pensi
 trovar la tua consorte,
845cerca ancor la mia morte.
 Se ben ne la tua reggia
 e se ben tutte intorno
 vegliano al fianco tuo l’arme vassalle,
 vittima non mi avrai facile e sola.
850Vendere a non vil costo
 saprò la vita; e l’oppressore istesso
 da le ruine mie resterà oppresso.
 TEODOSIO
 Prence, le tue minacce
 mi fan pietà più che spavento; e s’io
855del cor seguir volessi
 gl’impeti primi, apprenderia Varane
 come si parli a cesare in Bisanzio.
 Di’, qual oltraggio hai dal mio amor? Corono
 quella ch’è tuo rifiuto.
860Sposa non la volesti; io la fo augusta.
 Perché sdegni ch’io sia
 possessor di quel bene
 che a te tolse alterezza e frenesia?
 VARANE
 Ah! Signor, già condanno
865quel superbo pensier. Seguo il tuo esempio.
 Degna stimo Atenaide
 del tuo impero, del mio, di quel del mondo.
 TEODOSIO
 Ma che pretendi?
 VARANE
                                   Oh dio!
 Vorrei ciò che il mio amore
870far per te non sapria. Vorrei... Ma, sire,
 quel che spero non so né quel che parlo.
 Pesi il tuo cor sé stesso; e vegga quanto
 a pro d’un infelice
 possa aver di virtù, possa esser grande.
875Ecco vinto il mio fasto, ecco abbattuta
 la mia vana fierezza.
 Imploro tua bontade.
 Ah! Basti a l’odio tuo vederti avante
 il figlio d’Isdegarde supplicante.
 TEODOSIO
880Mi toccano i tuoi mali
 più che i trasporti tuoi. Senti; amo Eudossa;
 ma l’amo con virtù. Vo’ che l’amore
 mi acquisti la sua fede e non la forza.
 Vo’ lasciarla tra noi
885in libertà di scelta.
 Sì, vo’ da la sua bocca udir il nostro
 oracolo fatal. Se l’hai propizio,
 godrò de la tua sorte
 né un cor t’invidierò che tuo esser volle.
890Ma se per me decide, i nostri amori
 più non turbar. Lascia che meco in trono
 regni la tua Atenaide e non geloso
 mira la sua grandezza e ’l mio riposo.
 VARANE
 
    Parli quella bocca bella
895e contento ubbidirò.
 
    Pena avrò del tuo dolore,
 se pietà ritroverò.
 E s’è fida al tuo bel core,
 il tuo ben non turberò.