L’Atenaide, Vienna, Cosmerovio, 1714

 SCENA III
 
 TEODOSIO, EUDOSSA, PROBO
 
 TEODOSIO
 Probo, intender vorrei
 ma ’l mio stesso desir fa ’l mio spavento.
 PROBO
630Tutti sì strano evento
 m’occupa i sensi.
 TEODOSIO
                                  Rompi,
 Eudossa, il tuo silenzio e ’l vero esponi.
 Agl’occhi tuoi noto è Varane?
 EUDOSSA
                                                       È noto.
 TEODOSIO
 Ed a quei di Varane è nota Eudossa?
 EUDOSSA
635Eudossa è ignota a lui, non Atenaide.
 TEODOSIO
 D’Atenaide non chiedo;
 chiedo di te.
 EUDOSSA
                          Per me rispondo, o sire,
 quando per Atenaide a te rispondo.
 TEODOSIO
 Spiegati. (Non intendo e mi confondo).
 PROBO
640(Oscuri enigmi).
 EUDOSSA
                                  Alora
 che in Atene io vivea, non era Eudossa.
 Tal mi nomai dacché in Bisanzio giunsi.
 TEODOSIO
 E in Atene vivesti?...
 EUDOSSA
 Col nome d’Atenaide.
 TEODOSIO
                                          E là ti vide?...
 EUDOSSA
645Il principe Varane,
 offertomi dal caso e non dal core.
 TEODOSIO
 Segui; ei t’amò?
 EUDOSSA
                                 Finse d’amarmi almeno.
 TEODOSIO
 (Oh dei!) Né spiacque a te la regal fiamma?
 EUDOSSA
 Arbitro fu del mio
650il paterno voler.
 TEODOSIO
                                Né arrise il padre
 ad un amor che ti facea regina?
 EUDOSSA
 Nol so. So ch’ei repente
 a la patria mi tolse ed a Varane.
 TEODOSIO
 Per qual destin?
 EUDOSSA
                                 Le sue ragioni ha ’l padre.
 TEODOSIO
655Né saperle poss’io?
 EUDOSSA
                                      Si temé forse
 il giovane feroce e più ’l suo amore.
 Giovò la fuga; e in queste
 mura si elesse un più sicuro asilo.
 Qui di nome e di culto
660cangiai. Mi vide augusta; e qui a te piacque...
 TEODOSIO
 Basta così, basta, o fatal... Qual dirti,
 se Atenaide o se Eudossa
 deggia, non so. Nomi del pari infausti,
 nomi spietati. Un mortal giaccio, un freddo
665sudor tutto mi scioglie.
 Partiti; io solo deggio
 restar co’ miei pensieri.
 Quando fia tempo, intenderai tua sorte.
 EUDOSSA
 La men crudel per me saresti, o morte.
 
670   Son colpevole a’ tuoi lumi
 ma innocente è ’l mesto cor.
 
    Giusti numi, il vostro sguardo
 ben lo vede
 pien di fede e di dolor.