L’Atenaide, Vienna, Cosmerovio, 1714

 SCENA VI
 
 PROBO e poi TEODOSIO con seguito
 
 PROBO
 Va’ pur, la sofferenza
 vendicherà i miei torti. In te conosco
 il nemico e ’l rival; tu sol m’involi
 gli affetti di Pulcheria;
250ma se non può l’ingrata
 esser conquista mia,
 tua né meno ella sia. L’abbia altro amante.
 L’abbia Varane. Al mio deluso amore,
 servirà di conforto il tuo dolore.
 TEODOSIO
255Mio fedel, mi dà pena
 che Pulcheria a quel nodo,
 per cui l’inalzo a dominar nei Persi,
 cieca resista. Ad imeneo più illustre
 non può sceglierla il cielo.
260Quel rifiuto, che ingrato
 ci rende ad Isdegarde,
 provocarne può l’ire;
 e nemico sì forte e sì guerriero
 può costar sangue e pianto al greco impero.
 PROBO
265(Sorte mi arride). Il tuo timor istesso,
 cesare, è comun bene;
 né la germana augusta
 vi oppone il suo voler, l’altrui vi oppone,
 parla con l’altrui labbro;
270con l’altrui cor risolve.
 TEODOSIO
                                           E da qual core
 sedotto è ’l suo?
 PROBO
                                Da quello
 di un audace vassallo
 che a le sue nozze insidioso aspira.
 TEODOSIO
 Alma v’è sì orgogliosa?
275Qual fia? L’adita. In petto
 già m’arde una giust’ira; e stringo in mano
 le pene più temute.
 PROBO
 Egli è... (Pera il rivale).
 TEODOSIO
                                             Chi?
 PROBO
                                                         Marziano.
 TEODOSIO
 E Marzian sarà punito. Un duro
280esiglio a questa reggia
 lo torrà, fin che unita
 vegga Pulcheria al principe di Persia.
 PROBO
 Signor, tutto ei possiede,
 col militar comando, anche l’affetto.
 TEODOSIO
285Cauto oprerò. Simulerò l’offesa.
 Parrà favore anche la pena; e un braccio,
 sì necessario e prode,
 non perderò né irriterò. Tu intanto
 vanne incontro a Varane.
 PROBO
                                                A me ben noto
290nella sua corte, ove l’onor sostenni
 di tuo ministro.
 TEODOSIO
                                A lui
 offri quanto dar può cesare e ’l trono,
 che amico a lui, grato a Isdegarde io sono.
 PROBO
 
    Imeneo più chiare e belle
295arderà le sue facelle
 e d’amor con doppio laccio
 le tue gioie accrescerà.
 
    Lieto dì con più bel raggio
 mai non sorse al greco impero;
300e ogni cor serve in omaggio
 de la tua felicità.