L’Atenaide, Vienna, Cosmerovio, 1714

 SCENA II
 
 EUDOSSA, poi PULCHERIA, poi MARZIANO
 
 EUDOSSA
 Lasciami, o di Varane
110imagine odiosa. Assai già tolto
 m’hai di pace, di gloria e d’innocenza.
 De’ paterni consigli
 questi sia il primo frutto, amar Teodosio,
 ma solo amarlo; e sempre
115applaudami la Grecia; e ’l fier Varane
 comprenda che, se indegna
 del diadema de’ cesari non sono,
 potea con egual merto
 salir moglie e regina anche il suo trono.
 PULCHERIA
120Augusta sposa...
 EUDOSSA
                                Augusta principessa...
 PULCHERIA
 Questo è ’l lieto tuo dì. Bisanzio applaude
 di Teodosio a l’amor, di Eudossa al merto.
 Oggi il cesareo serto
 passerà sul tuo crine. Appena basta
125al concorso de’ popoli giulivi
 la reggia intera; e ad onorar tue nozze
 oggi a noi vien, sia caso o sia consiglio,
 di Persia il prence e d’Isdegarde il figlio.
 EUDOSSA
 (Che sento? Oh dio!) Varane,
130Varane oggi in Bisanzio?
 PULCHERIA
 Appunto. Aver non ponno
 i tuoi sponsali spettator più illustre. (Sopragiunge Marziano)
 EUDOSSA
 (O cieli!)
 MARZIANO
                    Ah! Principessa. Egli a noi viene,
 non spettator ma sposo.
 PULCHERIA
135Sposo? Di chi?
 EUDOSSA
                              (Tutto è palese).
 MARZIANO
                                                              Assolvi
 da l’annunzio funesto un cor fedele.
 PULCHERIA
 No no, libero parla. Il perso erede
 che vuol, che spera?
 MARZIANO
                                       Il tuo imeneo richiede.
 PULCHERIA
 Il mio?
 MARZIANO
                 Pubblico intorno
140ne corre il grido. Cesare v’applaude.
 Ne gode ogn’alma.
 PULCHERIA
                                     E Marziano ancora?
 MARZIANO
 Marziano è vassallo. (Il duol m’accora).
 EUDOSSA
 (Son morta).
 PULCHERIA
                           Amica, onde il palor...
 EUDOSSA
                                                                     Perdona.
 Il nodo, che ti toglie al greco impero,
145in te toglie ad Eudossa
 il sostegno più forte.
 PULCHERIA
 T’ama il german. Di che temer potrai?
 EUDOSSA
 Tutto non vedi il mio destin né ’l sai.
 
    De la rubella
150mia iniqua stella
 tutta non vedi
 la crudeltà.
 
    Né tutta miri
 la ria procella
155che in ciechi giri
 sovra il mio capo
 fremendo va.